TEA, tecnologie di evoluzione assistita: cosa ne pensa il consumatore?

Negli ultimi anni, le Tecnologie di Evoluzione Assistita (TEA; New Genomics Techniques o NGT in inglese) sono diventate oggetto di intenso dibattito in Europa. Queste tecniche, che includono genome editing e mutagenesi mirata, permettono di intervenire in modo specifico e preciso sul genoma di piante, animali e microrganismi, senza ricorrere alla transgenesi. Infatti, a differenza degli organismi transgenici queste tecniche non prevedono l’inserimento di geni estranei ma operano all’interno del patrimonio genetico della stessa specie, riproducendo modifiche che potrebbero avvenire anche in natura o attraverso incroci tradizionali, ma con maggiore rapidità e controllo.

La Commissione Europea nel 2023 ha proposto un nuovo quadro regolatorio che distingue tra NGT di Categoria 1 (con meno di 20 modifiche genetiche, trattate come equivalenti ai prodotti convenzionali, senza obbligo di etichettatura) e NGT di Categoria 2 (sottoposte all’attuale regolazione degli OGM). Il Parlamento Europeo, invece, ha proposto di rendere obbligatoria l’indicazione “NGT” anche per i prodotti di Categoria 1, mentre il Consiglio dell’Unione Europea ha mantenuto un approccio più vicino alla proposta originaria della Commissione. La decisione finale è ancora in fase di negoziazione.
L’accettazione dei consumatori rappresenta un nodo cruciale: senza un’adeguata domanda, i prodotti derivati da NGT rischiano di incontrare le stesse difficoltà degli OGM, spesso respinti dalla grande distribuzione. Ed è di questo che si occupata Mirta Casati – ricercatrice presso il Dipartimento di Economia Agro-alimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Cremona – che con altri colleghi ha condotto uno studio che fornisce una valutazione ex-ante, dal punto di vista del consumatore, delle diverse opzioni di etichettatura discusse in sede europea.

La ricerca ha coinvolto 7.208 consumatori in Germania e Spagna, due Paesi con posizioni istituzionali diverse sugli OGM (restrittiva la Germania, favorevole la Spagna). Attraverso un esperimento between-subjects (ogni partecipante è stato esposto una sola tipologia di etichettatura), i partecipanti hanno valutato l’intenzione di acquisto di una confezione di pomodori pelati a cubetti in diverse condizioni di etichettatura:
•    prodotto convenzionale,
•    prodotto con etichetta “prodotto con OGM” o “prodotto con NGT” sul retro del packaging;
•    stesso attributo riportato anche sul fronte del packaging , da solo o con la dicitura aggiuntiva “ridotto uso di pesticidi”

Principali risultati
1.    NGT e OGM sono percepiti in modo simile quando l’informazione è riportata solo sul retro del packaging. La penalizzazione rispetto al convenzionale è significativa. Questo indica che i consumatori tendono a reagire negativamente a qualsiasi termine “tecnico-scientifico” nella lista ingredienti, senza distinguere tra OGM e NGT.
2.    Quando l’informazione è riportata anche sul fronte del packaging, le NGT vengono penalizzate meno degli OGM. In particolare, l’intenzione di acquisto è più alta per le NGT rispetto agli OGM (+12,9%). Tuttavia, rispetto al prodotto convenzionale, la penalizzazione rimane forte (−11,4%).
3.    La dicitura “ridotto uso di pesticidi” attenua solo parzialmente l’effetto negativo. Inserita accanto alle informazioni sulla tecnologia sul fronte del packaging, aumenta leggermente la propensione all’acquisto, ma senza portare il livello di accettazione vicino a quello dei prodotti convenzionali.
4.    In Spagna, la differenza tra OGM e NGT è più marcata quando l’informazione è riportata sul fronte del packaging: i consumatori spagnoli reagiscono in modo particolarmente negativo agli OGM, mentre l’avversione alle NGT resta più contenuta. In Germania, l’avversione verso le NGT risulta più attenuata.
5.    Solo il 56% dei partecipanti ha ricordato correttamente l’informazione sul retro, contro il 78% per il fronte. Quando i consumatori prestano attenzione al retro del packaging, le NGT risultano più accettate degli OGM. Tuttavia, in condizioni di bassa attenzione (più realistiche), le due categorie tendono a essere assimilate.

Il lavoro di Casati mostra che in qualsiasi modo venga riportata, l’indicazione sulla tecnologia riduce l’intenzione di acquisto rispetto a un prodotto convenzionale. Le NGT vengono penalizzate meno degli OGM quando l’informazione è ben visibile, ma la penalizzazione resta rilevante. Dal punto di vista del consumatore, la soluzione più promettente è dunque trattare le NGT di Categoria 1 come equivalenti ai prodotti convenzionali, evitando etichettature specifiche, come proposto dalla Commissione. L’introduzione di etichette obbligatorie per le NGT (come suggerito dal Parlamento) rischia invece di produrre un effetto analogo a quello degli OGM, con costi aggiuntivi per la filiera e benefici limitati in termini di trasparenza. Per le NGT di Categoria 2, la combinazione di informazione tecnologica ed ambientale sul fronte del packaging può mitigare, ma non eliminare, la riduzione di domanda. In sintesi, lo studio evidenzia che le politiche di etichettatura hanno un impatto diretto sulla sostenibilità commerciale delle NGT: in assenza di un’esenzione dall’obbligo di etichetta, l’accettazione dei consumatori rimarrà insufficiente a sostenere la diffusione di questi prodotti sul mercato europeo.

Cosa sono le TEA
Le TEA, o Tecnologie di Evoluzione Assistita (in inglese NGT, New Genomic Techniques), rappresentano una nuova frontiera della biotecnologia con varie applicazioni, dall’agrozootecnia alla medicina. 

Si tratta di strumenti avanzati di miglioramento genetico che permettono di intervenire in modo mirato e preciso sul genoma di piante, animali e microrganismi, senza ricorrere alla transgenesi. Infatti, a differenza degli organismi transgenici 
queste tecniche non prevedono l’inserimento di geni estranei, ma operano all’interno del patrimonio genetico della stessa specie, riproducendo modifiche che potrebbero avvenire anche in natura o attraverso incroci tradizionali, ma con maggiore rapidità e controllo.

Tra le tecniche più note rientrano l’editing genomico che permette di modificare geni, ovvero rimuovere o aggiungere specifiche sequenze di DNA in modo molto più preciso e veloce rispetto ai metodi tradizionali (il sistema CRISPR/Cas9 è l'esempio più noto di queste tecniche) e la cisgenesi, che consente il trasferimento di geni tra varietà compatibili. Gli obiettivi sono ambiziosi: aumentare la resistenza delle colture a malattie e parassiti e dunque ridurre l’uso di prodotti chimici, migliorare la tolleranza agli stress climatici e ottimizzare l’uso di risorse come acqua e nutrienti. Le TEA sono considerate strategiche per affrontare le sfide globali della sicurezza alimentare e della sostenibilità.