IRCAF - Invernizzi Reference Center on Agri-Food
Centro di riferimento agro-alimentare Romeo ed Enrica Invernizzi

Ircaf è un Centro di riferimento in area agro-alimentare istituito nel 2020 grazie al supporto liberale della Fondazione Invernizzi e attraverso la collaborazione fra tre atenei: l’Università Cattolica del Sacro Cuore (che ospita il Centro presso il Campus di S. Monica a Cremona), l’Università Commerciale Luigi Bocconi, l’Università degli Studi di Milano.

In linea con la sua missione fondativa Rispondere alla sfida di nutrire l’umanità salvaguardando il pianeta il Centro opera come luogo di incontro e coordinamento delle ricerche in ambito agro-alimentare dei tre Atenei, sostenendone le ricadute sul piano della disseminazione delle conoscenze scientifiche, della formazione culturale e professionale, della promozione di buone pratiche.

Tutto ciò prefigura un ambito di ricerca molto vasto, che verrà affrontato articolando gli studi attraverso tre vettori strategici:

  • il riferimento alla prospettiva One Health, ovvero allo sguardo integrato finalizzato alla conservazione/promozione della salute e del benessere di umani, animali, ambiente;
  • l’intermediazione fra innovazione scientifico-tecnologica e rappresentazioni sociali, un raccordo essenziale ma ancora precario, come sintomaticamente evidenziato dal fenomeno delle fake news;
  • la presenza nello scenario di dimensioni macro/meso/micro da armonizzare entro una prospettiva “glocal” a supporto dei processi di produzione, distribuzione e consumo di cibo.

Infine, da un punto di vista più operativo, l’attività di Ircaf sarà improntata ad alcuni orientamenti metodologici tra cui spiccano:

  • trans-disciplinarità: la multidimensionalità di molti fenomeni in area agri-food sollecita la costruzione di interfacce fra saperi disciplinari diversi e co-occorrenti in uno stesso percorso di costruzione delle conoscenze;
  • trans-settorialità: la rilevanza sociale di questi stessi fenomeni richiede il concorso e la partecipazione di attori “laici” (esterni al mondo scientifico) sin dal momento della progettazione del percorso di indagine: attori espressione del mondo politico-istituzionale, del mondo produttivo, del mondo sociale.
  • knowledge sharing: il passaggio di conoscenze dall’ambito scientifico a quello sociale evidenzia il superamento del semplice trasferimento del sapere. Urge un approfondimento delle condizioni da attivare nell’interfaccia scienza-società per supportare efficacemente gli obiettivi di literacy del cittadino-consumatore.
  • knowledge building emerge infine l’opportunità e l’esigenza di facilitare un’azione partecipativa delle parti sociali (opinione pubblica, stakeholder) entro un percorso di co-creazione dello stesso sapere scientifico. Promuovere un’azione partecipativa pare oggi configurarsi sia come strumento di contenimento delle dinamiche di sfiducia/delegittimazione verso la scienza emergenti nel sociale, sia come risorsa per gli scienziati al fine di produrre conoscenza ancorata ai contesti di vita: la prospettiva del citizen scientist ha avviato in questo senso interessanti percorsi esplorativi.