Qualità del latte e sostenibilità economica nell’allevamento lattiero-caseario

Ircaf4Milk-Quality

L’esplorazione dei diversi aspetti della qualità del latte alimentare è al centro del vasto lavoro di ricerca lanciato in questi mesi da Ircaf, l’Invernizzi Reference Center on Agri-Food. Se in tutte le attività imprenditoriali la sostenibilità economica non può mai venire meno, considerando la filiera del lattiero-caseario una particolare attenzione deve essere rivolta al settore primario, ovvero all’allevamento dei bovini da latte. Questo perché l’attività zootecnica presenta caratteri di grande complessità e delicatezza sia dal punto vista tecnico che manageriale e, per storiche ragioni strutturali, soffre di particolare vulnerabilità economica e di mercato. 
Sono queste le ragioni per le quali l’Invernizzi AGRI Lab dell’Università Bocconi, diretto dal professor Vitaliano Fiorillo, ha condotto – nell’ambito dell’iniziativa Ircaf – una ricerca intitolata Milk Quality and Economic Sustainability in Dairy Farming: A Systematic Review of Performance Indicators, mettendo al centro la sostenibilità economica dell’allevamento bovino da latte.

Molti indicatori, ma non bastano
Questo studio – in prima ed estrema sintesi – rileva che l’attuale repertorio di indicatori, sebbene cospicuo, risulta insufficiente nell’intercettare la complessa interazione tra le diverse variabili coinvolte nella piena valutazione del concetto di sostenibilità economica. Emerge, pertanto, la necessità di adottare indicatori aggiuntivi che consentano una più completa valutazione dell’efficacia degli investimenti strategici e degli aspetti finanziari e patrimoniali legati alla gestione aziendale. Il peso e l’importanza del settore, unitamente alle fragilità strutturali degli operatori, e l’elevata concorrenza nel settore lattiero-caseario (in particolare nei mercati maturi) sottolineano l’importanza per le aziende agricole di intraprendere un’analisi completa della sostenibilità economica che vada oltre il semplice monitoraggio delle rese produttive.

Serve un’analisi complessiva degli aspetti aziendali
Ecco perché lo studio dell’Invernizzi AGRI Lab si è posto l’obiettivo di fornire una revisione completa degli indicatori economici di sostenibilità per gli attori primari del settore lattiero-caseario.
Innanzitutto, è importante notare che molti degli studi esaminati si concentrano su approcci, metodologie e tecnologie che mirano ad aumentare la produttività o la redditività delle aziende agricole.
La maggior parte degli studi, pur riconoscendo la presenza di fattori esterni al controllo del management, come le fluttuazioni dei prezzi, il cambiamento climatico, la concorrenza e i mutamenti normativi, tendono a concentrarsi sugli effetti economici che le singole innovazioni possono avere sulle aziende lattiero-casearie, piuttosto che approfondire le performance economico-finanziarie nel loro complesso.
Per analizzare la sostenibilità economica dei diversi processi non basta analizzare i vantaggi (ed eventuali svantaggi) derivanti da singoli interventi; invece, si dovrebbe condurre un'analisi completa dei vari aspetti aziendali, tra cui l'efficienza operativa, l'efficacia delle decisioni economiche e finanziarie e le prospettive di continuità. E più nello specifico – per i ricercatori Bocconi – questa analisi dovrebbe considerare un sistema in equilibrio su (almeno) tre dimensioni: reddituale, patrimoniale e finanziaria.
“Per quanto riguarda il settore lattiero-caseario, dopo aver condotto un’approfondita revisione sistematica della letteratura, non è possibile affermare che le tre dimensioni siano equamente monitorate quando si analizzano le performance economico-finanziarie, sia per le singole innovazioni che a livello dell’intera azienda”, riporta Biagio Maria Amico, ricercatore dell’Invernizzi AGRI Lab di SDA Bocconi. 

Il “reddito” non dice tutto
Come osservato, in questo settore, la letteratura si concentra principalmente su indicatori legati alla dimensione reddituale, analizzando sia aspetti legati alla produzione generata dalle aziende agricole (indicatori di produttività) che alle risorse impiegate per ottenere tali risultati (indicatori di efficienza). Tuttavia, ampia parte della letteratura aziendale dimostra che basarsi esclusivamente sull'analisi reddituali fornisce una visione miope della performance economiche. Ad esempio, un'azienda agricola può risultare più efficiente di un'altra perché ha effettuato investimenti significativi nell'acquisizione di macchinari migliori. Tuttavia, il miglioramento dell'efficienza potrebbe non giustificare l'acquisto di tali macchinari, rendendo vano lo sforzo finanziario e patrimoniale sostenuto. Senza una prospettiva integrale, alcuni pezzi del puzzle restano invisibili, portando a interpretazioni potenzialmente errate della sostenibilità economica di varie aziende agricole.

E i “margini”?
Dalla systematic review condotta dall’Invernizzi AGRI Lab della SDA Bocconi è emerso che la valutazione della redditività aziendale, avviene principalmente attraverso l’analisi dei margini economici. Sia il margine operativo netto che il margine operativo lordo possono essere considerati buoni indicatori economici per monitorare le attività aziendali al termine del singolo esercizio. Tuttavia, l’applicazione di tali indicatori nel settore lattiero-caseario trascura informazioni importanti. Nessuno degli elaborati analizzati considera infatti componenti finanziarie (interessi passivi) o le spese straordinarie sostenute durante l'esercizio.
L’analisi dei margini, sempre necessaria per l’analisi della sostenibilità economica, non è sufficiente per avere indicazioni sull'importo degli investimenti effettuati dall'azienda agricola per raggiungere un obiettivo specifico. Questi indicatori, inoltre, forniscono una visione solo parziale della capacità finanziaria di un'azienda agricola: infatti, sebbene consentano di comprendere i margini economici generati, non rivelano quando e come tali margini si trasformano in flussi di cassa.

Conclusioni: è necessario un approccio olistico
Le pressanti sfide all’interno della filiera lattiero-casearia, in particolare nei paesi sviluppati, sottolineano l’urgenza da parte delle aziende lattiero-casearie di adottare un approccio olistico nella valutazione della propria sostenibilità economica. Al di là della semplice analisi del rendimento sta diventando sempre più vitale per queste imprese intraprendere analisi complete che abbraccino un ampio spettro di fattori interconnessi.
Valutare continuamente l'efficienza e dell'efficacia operativa (dimensione reddituale), allocare strategicamente gli investimenti e le fonti di finanziamento (dimensione patrimoniale), trasformare efficacemente il reddito in flussi di cassa (dimensione finanziaria) – garantendo al tempo stesso la qualità produttiva – ecco la strada verso cui le aziende lattiero-casearie devono iniziare ad avviarsi. E per questo obiettivo – come già accennato – diventa di fondamentale importanza sviluppare ed adottare indicatori aggiuntivi che consentano di misurare, monitorare, valutare la piena sostenibilità economica dell’azienda e del settore.

Le ipotesi: MCS e Indicatori di performance 
In questo contesto, numerosi settori industriali ad alta concorrenza hanno già adottato sistemi di indicatori, quali, ad esempio, i Sistemi di Controllo di Gestione (MCS) che servono non solo a coordinare e ottimizzare le attività operative ma anche a integrare la valutazione delle dimensioni patrimoniali e finanziarie al fine di fornire una visione globale della sostenibilità economica dell’impresa.
Inoltre, un’importante direzione di sviluppo emerge dalla formulazione di indicatori di filiera che allineino le attese e i risultati dei vari stakeholder dell’industria lattiero-casearia. Lo sviluppo di indicatori che integrino le diverse dimensioni di sostenibilità (ambientale, sociale, economica, etc.) tra soggetti diversi, come trasformatori di latte, distributori e società di commercializzazione, fornirebbe all'intera filiera un quadro di riferimento completo e condiviso. Un approccio così integrato non solo incrementerà le prospettive di continuità delle singole aziende, ma soprattutto incrementerà la resilienza dell’intera filiera lattiero-casearia contro le crescenti e differenti incertezze del mercato.

Clicca qui per leggere il paper pubblicato