I protagonisti di Ircaf: AGRI Lab, un centro di ricerca dell’Università Bocconi a sostegno dell’agribusiness

Vitaliano Fiorillo: “Gli ambiti disciplinari rappresentati in Ircaf consentono di affrontare la complessità della nutrizione sostenibile e proporre soluzioni altrettanto complesse che mettono al servizio della comunità scientifica un mix di metodologie, approcci ed esperienze per una visione ampia e profonda del Food System

 

Ircaf è un centro di coordinamento di ricerche scientifiche in ambito agro-alimentare. Istituito nel 2020 grazie a un contributo della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, vede la collaborazione di tre importanti atenei italiani: l’Università Cattolica del Sacro Cuore attraverso la facoltà di Scienze agrarie e la facoltà di Psicologia, l’Università Commerciale Luigi Bocconi con l’AGRI Lab e l’Università degli Studi di Milano con il Dipartimento di Bioscienze.
Discipline molto diverse unite da un obiettivo molto alto, definito negli atti costitutivi di Ircaf: rispondere alla sfida di nutrire l’umanità salvaguardando il pianeta. Ma ciò che caratterizza maggiormente l’attività del Centro è l’approccio adottato dal Comitato scientifico: far operare sinergicamente scienziati di aree disciplinari apparentemente distanti.
Ne abbiamo parlato con Vitaliano Fiorillo, professore di Technology and Operations Management alla SDA Bocconi e direttore di AGRI Lab.

Professor Fiorillo, in un unico centro presso il campus dell’Università Cattolica di Cremona sono presenti esperti in agro-zootecnia, microbiologia, psicologia ed economia e management; ci aiuta a capire il senso metodologico ed epistemologico di questa scelta?
È raro, rarissimo, vedere affiancate queste discipline in un unico centro di ricerca, ma se riflettiamo sulla missione di Ircaf e la ratio con cui è stato concepito, è facile capire la ragione di questo connubio. Il modo in cui ci nutriamo, i metodi di produzione del cibo, così come le scelte alimentari del singolo individuo hanno determinato l’evoluzione del genere umano. La nutrizione è al centro del sistema di relazioni che chiamiamo Food System, un sistema estremamente complesso che consente oggi di produrre molto cibo, ma non per tutti, in maniera non più sostenibile e aggravando i rischi per la salute umana. Rispetto alle sfide del 2050 il sistema mostra enormi limiti e disfunzionalità per i quali si cercano soluzioni in tutti gli ambiti disciplinari. Di fronte alla sua complessità, tuttavia, soluzioni puntuali, circoscritte o troppo semplicistiche conducono paradossalmente solo a maggiore complessità e a un impatto esiguo rispetto agli obiettivi di sostenibilità che l’umanità si pone per la propria sopravvivenza. Gli ambiti disciplinari rappresentati in Ircaf consentono, invece, non di semplificare la complessità della nutrizione sostenibile, ma di affrontarla con soluzioni altrettanto complesse, mettendo al servizio della comunità scientifica un mix di metodologie, di approcci, di esperienze che consentono di avere una visione ampia e profonda del sistema; analizzando metodi di produzione e tecnologie sostenibili in relazione alle scelte alimentari dell’individuo, al loro impatto sul suo benessere e alla sostenibilità economica dell’intero sistema.

Di cosa si occupa l’AGRI Lab?
Con il prezioso sostegno della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, la mission del nostro Laboratorio è fornire un contributo alla ricerca scientifica, alla divulgazione e alla formazione per sostenere le diverse filiere dell’agribusiness nelle sfide che oggi affrontano. Più nello specifico, l’obiettivo è di rafforzare le conoscenze e le competenze negli ambiti della gestione d’impresa, dell’innovazione e della sostenibilità nel sistema agroalimentare, con un particolare focus sulle aziende agricole. Quello a cui puntiamo è dotare imprenditori, manager e tecnici del settore di strumenti concreti e fruibili per evolvere e adattarsi alle mutevoli condizioni del sistema.

Considerando le expertise di AgriLab, quali linee di ricerca possono inserirsi sinergicamente nell’attività di Ircaf?
Sicuramente le attività di ricerca che svolgiamo da anni per comprendere le determinanti della redditività delle aziende agricole, un tema solo apparentemente banale dal momento che in Italia non esistono dati e analisi di bilancio affidabili per il 98% delle aziende agricole. Ci sono poi numerose attività di ricerca in corso che indagano la fattibilità di una transizione a un sistema agroalimentare sostenibile sotto diversi punti di vista. Studiamo ad esempio la capacità adattiva delle catene di fornitura rispetto ai cambiamenti in atto; l’applicabilità, l’impatto e la scalabilità delle tecnologie che ricadono sotto il nome di agritech e, ancora, lavoriamo a nuove metodologie specifiche per la valutazione degli investimenti in agricoltura in riferimento soprattutto agli investimenti in capitale naturale. Queste attività sono nel complesso indirizzate a comprendere come il sistema possa cambiare nel prossimo futuro e, pertanto, assolutamente sinergiche rispetto alla missione di Ircaf.

Viste le competenze espresse dai tre atenei coinvolti, si direbbe che in Ircaf trovino casa le diverse sfaccettature della sostenibilità e l’approccio one health, cosa ne pensa?
Sappiamo che la prossima pandemia sarà di origine zoonotica, sappiamo inoltre che la nostra salute è strettamente correlata a come ci alimentiamo e alla salute del Pianeta più in generale. In Ircaf ho l’onore di poter lavorare con scienziati che, nell’ambito delle produzioni agroalimentari, hanno portato un significativo contributo nella psicologia dei consumi, nella microbiologia, nella genetica, nella nutrizione, nell’epidemiologia. In sostanza, se l’approccio One Health promosso dal ISS, mira a superare le compartimentazioni disciplinari per prevenire e mitigare i rischi per la salute umana globale, le competenze di Ircaf sono l’espressione massima di questo approccio sistemico di cui urgente necessità.