Focus sull’alimentazione nella terza età: tra scienza, prevenzione e nuove strategie nutrizionali

Si è tenuto lo scorso 8 maggio 2025, presso l’aula G. Piana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il convegno dal titolo “L’alimentazione dell’anziano: sano e ammalato”, promosso dall’Associazione Laureati in Scienze Agrarie e Forestali (ALSAF) di Piacenza in collaborazione con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri locale. Un tema di grande rilevanza, considerato il progressivo invecchiamento della popolazione e la necessità di garantire condizioni di salute ottimali anche nelle età più avanzate.
La salute dell’anziano è strettamente connessa a una dieta equilibrata, che favorisca il buon funzionamento degli organi, rafforzi le difese immunitarie e supporti uno stile di vita attivo, sia fisicamente che socialmente. Un’alimentazione adeguata può anche aiutare a prevenire o attenuare molte patologie degenerative tipiche della terza età.
Dopo l’introduzione del professor Giuseppe Bertoni – presidente ALSAF – che ha evidenziato l’evoluzione delle conoscenze scientifiche sul tema, come ad esempio l’importanza di evitare non solo un eccesso ma anche una carenza di proteine (causa della sarcopenia), è intervenuto il dottor Maurizio Contini dell’Ordine dei Medici di Piacenza, ricordando che la longevità dipende per il 70% dallo stile di vita, in particolare da alimentazione e attività fisica. Ma sono stati numerosi gli interventi di esperti che si sono susseguiti nel corso della giornata.

Il dottor Fabrizio Franchi, specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica, ha illustrato come l’avanzare dell’età sia associato a un aumento delle patologie croniche, spesso legate a processi infiammatori di bassa intensità, innescati anche dalla dieta e dal microbioma intestinale. L’importanza di una dieta ricca di vegetali – senza escludere alimenti di origine animale – e dell’attività fisica, pilastri della dieta mediterranea, è cruciale per contrastare l’obesità, causa primaria di molte malattie croniche negli anziani.
La dottoressa Sabrina Emiliani (AUSL di Piacenza) ha approfondito l’alimentazione negli anziani affetti da patologie, che rappresentano circa il 48% degli over 75. Pur ribadendo la necessità di contrastare l’obesità, ha sottolineato come un certo grado di sovrappeso, se associato a buona massa muscolare, possa essere forse preferibile, specie nella misura in cui si giustifica con una buona massa muscolare.
Ha inoltre posto l’attenzione sul rischio di malnutrizione, che può interessare fino al 42% degli anziani ospedalizzati, aumentando la fragilità. Raccomandata una dieta varia e di tipo mediterraneo, con piccoli pasti frequenti e il rifiuto di diete restrittive, in particolare quelle vegane.
La professoressa Margherita Dall’Asta (Università Cattolica, campus di Piacenza) ha analizzato le strategie alimentari per la terza età alla luce delle più recenti raccomandazioni nutrizionali italiane. Tra gli errori più comuni ha segnalato l’eccesso di sodio e il consumo insufficiente di cereali integrali e frutta. Con l’età, la riduzione dell’appetito, la digestione rallentata e gli squilibri del microbiota intestinale impongono un’attenta pianificazione della dieta. Tra le raccomandazioni: moderare l’assunzione di carboidrati ad alto indice glicemico, assicurare un apporto proteico tra il 12-20% dell’energia giornaliera (non meno di 1,0-1,1 g/kg di peso), garantire almeno 25 g/die di fibra e 1,3 litri di acqua, evitando l’eccesso di grassi saturi e privilegiando alimenti ricchi di vitamine e minerali. Da preferire cereali integrali, frutta, verdure non amidacee, pesce e latticini, riducendo il consumo di carni rosse e conservate. Il riferimento deve essere agli alimenti più che ai singoli nutrienti, considerando anche i micronutrienti e i composti nutraceutici presenti nella cosiddetta “matrice alimentare”.
La professoressa Roberta Dordoni (Scienze e tecnologie alimentari, Università Cattolica) ha infine presentato gli approcci tecnologici per lo sviluppo di alimenti “su misura” per la “silver age”. Con l’età, può diventare necessario modificare le caratteristiche fisiche degli alimenti per migliorarne l’assunzione e la digeribilità: meglio solidi con particelle ridotte e liquidi addensati. Anche il packaging deve essere ripensato per facilitare l’uso da parte degli anziani.
Nella parte conclusiva del convegno, riservata alle imprese agroalimentari del territorio, sempre la professoressa Dordoni ha illustrato il progetto AURA attivo presso il campus di Cremona dell’Università Cattolica, dedicato allo studio dell’effetto matrice degli alimenti, con l’obiettivo di ottimizzare le diete anche dal punto di vista fisico-meccanico dei prodotti. Ha chiuso l’incontro il dottor Antonio Romani, rappresentante dell’HARG (Healthy Ageing Research Group), illustrando l’impegno del gruppo nello sviluppo di alimenti destinati agli anziani, in grado di migliorare appetibilità e assunzione, con benefici concreti sulla salute fisica e cognitiva.