Coltivazione bioponica: una tecnologia promettente (e a costi contenuti) per l'orticoltura nei Paesi a basso reddito

Attività C3S

Uno dei problemi più urgenti che il pianeta deve affrontare oggi è la crescita demografica e la conseguente necessità di sviluppare un sistema agroalimentare in grado di sostenerla. E nelle aree dove la scarsità delle risorse è particolarmente accentuata, tra le soluzioni possibili per garantire la sicurezza alimentare in modo sostenibile una può essere l'agricoltura fuori suolo. Questa tecnica permette di aumentare la produzione riducendo al contempo il consumo di risorse, in particolare acqua e terreno occupato. Uno dei sistemi più diffusi nell'agricoltura fuori suolo è l'idroponica, che utilizza una soluzione nutritiva minerale per coltivare ortaggi. Tuttavia, un'alternativa più economica e quindi più adatta ai Paesi a basso reddito (Low-Income Countries, LICs), nonché più sostenibile dal punto di vista ambientale e perciò interessante anche per i Paesi ad alto reddito (High-Income Countries, HICs), è il sistema bioponico. Questo metodo sfrutta scarti organici, che vengono mineralizzati da un filtro batterico per produrre una soluzione nutritiva adatta alla crescita delle piante.
 
Una ricerca ad hoc
Uno studio condotto da ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e in particolare da Davide Reggi, Niccolò Rizzati, Paolo Grossi e Giuseppe Bertoni del Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti insieme a Federico Capra e Vincenzo Tabaglio del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha avuto proprio l'obiettivo di confrontare l'efficacia di un sistema idroponico con quella di un sistema bioponico basato sull'impiego di residui vegetali e letame avicolo come fonti organiche per la coltivazione di basilico (Ocimum basilicum L., var. Italiano Classico), catalogna (Cichorium intybus L., var. foliosum) e lattuga (Lactuca sativa L., var. secalina).
Per valutare le differenze tra i due sistemi produttivi, sono stati misurati la resa in peso fresco e secco e i contenuti di macronutrienti essenziali (azoto, fosforo e potassio) di queste colture. I risultati hanno mostrato che, in termini di resa, il sistema bioponico ha ottenuto risultati statisticamente inferiori rispetto a quello idroponico. Tuttavia, le differenze nei contenuti di macronutrienti tra le colture dei due sistemi sono risultate meno marcate. Questi dati suggeriscono che ulteriori studi dovrebbero concentrarsi sul miglioramento della funzionalità del sistema bioponico, valutando anche il potenziale di crescita di diverse specie vegetali.
Nonostante le differenze di resa, il metodo bioponico si conferma un'opzione promettente per i Paesi a basso reddito. Con un'organizzazione strutturale adeguata, il letame animale e i residui agricoli possono essere facilmente raccolti e conservati a costi contenuti, a differenza dei minerali impiegati nelle soluzioni idroponiche, che risultano costosi o addirittura quasi impossibili da reperire in queste aree.
In conclusione, lo sviluppo e il perfezionamento delle tecnologie bioponiche potrebbero rappresentare una soluzione chiave per garantire una produzione orticola sostenibile, accessibile e capace di rispondere alle sfide alimentari globali, sia nei Paesi a basso reddito che in quelli ad alto reddito.